Roberto
Jonghi Lavarini, 46 enne storico esponente della destra sociale, dopo il convegno milanese
con il filosofo tradizionalista russo Aleksandr Dugin (consigliere del
presidente Vladimir Putin), ha in programma altre due incontri che già stanno
facendo molto discutere. A settembre, Jonghi, ha poi inviato in Italia, il "vecchio leone" della estrema destra francese, Jean Marie Le Pen a presentare il suo libro autobiografico. Incontriamo il “Barone Nero” in un bar nel centro di
Milano, di fronte al Castello Sforzesco, dove sembra molto conosciuto e ci
presenta subito uno dei suoi stupefacenti amici, niente di meno che Sua Altezza
Imperiale il principe Patrizio Tomassini Paternò Leopardi di
Costantinopoli,
con il quale aveva appuntamento, prima di noi, per questioni di araldica
e
ordini cavallereschi (altra sua grande passione oltre alla politica).
Prima del nobile bizantino, tanto per dire, il poliedrico Jonghi, con
"spirito crociato", ha incontrato un vescovo ortodosso libanese, del
quale ci mostra subito le foto, per parlare della persecuzione dei
cristiani in Siria e della raccolta fondi internazionale per armare e
addestrare le loro milizie, in difesa di chiese e villaggi.
Abbiamo ricevuto da "Fare Fronte" (la sua ultima sigla politica) due inviti via email: lunedì 9 luglio, riunione con il vice presidente del Senato, Ignazio La Russa, e giovedì 12 incontro con l'eurodeputato leghista Mario Borghezio… Jonghi: ci può chiarire la sua posizione che a noi sembra qaunto meno schizzofrenica?
Ignazio e Mario sono entrambi miei cari vecchi amici... Mi sono
iscritto al MSI a 14 anni, e, da allora, ho sempre militato dalla stessa parte,
cercando di rimanere uomo libero e coerente. Non ho cambiato idee, anzi, le ho
approfondite e consolidate. E’ il mondo ad essere cambiato, gli equilibri
geopolitici globali, oltre che il sistema democratico parlamentare dei partiti che è fallito.
Con la caduta del Muro di Berlino, è iniziata la lenta ma inesorabile agonia,
non solo del comunismo ma anche del sistema bipolare USA-URSS, e
di tutte le
contrapposizioni imposte dalla “guerra fredda”. Sono risorte le identità
culturali e religiose, i popoli e le nazioni. Si è risvegliata la Santa
Russia Ortodossa, Terza Roma, e con lei nuove prospettive imperiali
eurasiatiche. Con Tangentopoli, invece, sono
morti i vecchi partiti ideologici, democratici e popolari, si sono
indeboliti
la politica tradizionale, il sistema di rappresentanza e di selezione
della
classe dirigente. Al loro posto sono nati movimenti carismatici e di
protesta,
e gli spazi lasciati vuoti dalla nuova politica (e dai suoi
rappresentanti veramente
mediocri), sono stati occupati dai poteri forti della economia e della
finanza
che hanno iniziato, non solo in Italia ma in tutta Europa, a farla da
padroni.
In questo quadro generale, io rimango fedele a determinati valori e idee
immanenti,
piuttosto che a fragili e precari sistemi partitici, sempre più mal
gestiti in
maniera privatistica, per cooptazione amicale.
Roberto Jonghi Lavarini con Marine Le Pen e Alexandr Dugin |
La sua
risposta mi sembra chiara, articolata, quasi convincente. Ma cosa risponde a
chi la accusa di pensare solo alla sua carriera personale o di essere un "pazzo
ingestibile"?
Chi dice
questo non mi conosce o è in assoluta malafede. Guardi, avessi voluto fare carriera
ci avrei pensato trent’anni fa... Mio padre è stato dirigente di Assimpredil e
della destra DC, mio nonno era un potente e ricco immobiliarista, aristocratico
e cattolico, legato al Vaticano, avrei fatto altre scelte, invece, mi sono
iscritto al Fronte della Gioventù di Via Mancini (storica sede milanese del
Movimento Sociale). Sinceramente, non so se ho fatto bene, al
mio posto hanno
fatto carriera tanti ciarlatani opportunisti... Forse io sarei stato più
utile
alla mia comunità politica e culturale, oltre che a me stesso ed alla
mia
famiglia. Poi, di occasioni ne ho avute diverse, ma ho sempre
privilegiato la
coerenza e la libertà... In molti mi temono perché dico quello che penso
e
cerco di fare quello che dico. Per mediocri e codardi, genio e coraggio
sono
pazzie, allora: sono certamente un pazzo idealista, e, in questo senso,
per
loro, sicuramente pericoloso. Conosco vita, morte, miracoli e scheletri
nell’armadio di tutti i politici milanesi: potrei raccontarvi aneddoti e
particolari tragicomici, di tanti miserabili inutili parassiti che, a
differenza mia, hanno fatto carriera,
ma mi sono ripromesso di non parlare male più di nessuno. Il tempo è
prezioso e
le energie vanno utilizzate per pensieri e azioni positive. "Non ti
curar di loro ma guarda e passa"... Certo, però non porgo l'altra
guancia, e se uno mi tira un ceffone io rispondo con due pugni
bene assestati nello stomaco e in testa... In senso metaforico
naturalmente (dice ridendo divertito...)
Roberto Jonghi con Daniela Santanchè, Ignazio La Russa e Mario Borghezio |
Fatte queste
premesse e battute, torniamo ai due appuntamenti di settimana prossima, ed ai suoi
progetti, di cui si parla in rete e sui giornali...
Io e il
circolo Fare Fronte abbiamo aderito a Fratelli d’Italia, lo scorso congresso
nazionale di Trieste, riconoscendo a Giorgia Meloni, riposizionatasi
stabilmente a destra (finalmente ma in grave ritardo politico, lasciando quindi spazio alla Lega di Matteo Salvini), la coerenza e la
chiarezza delle scelte, nel solco della migliore tradizione missina.
Svolta rappresentata anche simbolicamente dal nuovo logo: senza riferimenti
ad AN ed a quella mer.. di Fini (la faccia di Jonghi mostra rabbia e disgusto nel parlare di Gianffranco Fini) e con la nostra bella fiamma tricolore in grande evidenza. Ma alla
linea politica non è poi seguita la necessaria apertura e riorganizzazione del
partito sul territorio. Per questo, lunedì chiederemo ufficialmente la
convocazione dei congressi ed il rinnovamento di Fratelli d’Italia, secondo
rigorosi criteri di partecipazione e meritocrazia. Quella di giovedì, invece, è
altra cosa, una riunione a sostegno del progetto culturale ed editoriale del giornale “Idee
per l’Europa dei Popoli”, una iniziativa assolutamente trasversale e
apartitica, che vuole “fare fronte” contro la plutocrazia mondialista, unendo
tutte le forze nazional-popolari, sociali, identitarie e sovraniste. Una
battaglia metapolitica che io-noi portiamo avanti dal lontano 2000, sul modello
del Front National francese, come si può facilmente verificare in rete. Non ci
piacciono i partitini e le scissioni: non vogliamo dividere ma unire, ma per lavorare ci servono ruoli, strumenti e mezzi.
https://www.mediapason.it/i-programmi/senza-sconti/int121.pdf
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