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"Putin entusiasta di Salvini": l'intervista ad Aleksander Dugin
Putin è un fan di Salvini e la Russia tifa per il leader della Lega: parla Aleksander Dugin, consigliere del leader russo
Metti una sera in via Padova, tra scantinati trasformati in moschee e
centri sociali. Tutti ad ascoltare il consigliere di Putin, lo scrittore
e filosofo Aleksander Dugin che presenta il suo libro “Putin contro
Putin” (Ed. Aga).“ Il centro del mondo è in questi giorni Roma, con Di Maio e Salvini e il loro
populismo integrale, vittoria metafisica del popolo italiano. Salvini
risponde a tutte le sfide, è un successo mondiale: lui è un leader
populista positivo. E’ il pensiero di Putin, che è un fan di Salvini.
Tutti in Russia tifiano per lui. In Italia Soros e i globalisti stanno
perdendo la partita… Putin ha una grande simpatia per Salvini. Ora in
Europa è un momento decisivo, si prospetta una vittoria radicale del
popolo sulla elite ultraliberale” Dicono che sia la mentre di Putin. Ideatore del nazionalbolscevismo, Dugin esalta i valori
tradizionali contrapposti ai valori liberali che stanno andando portando
il mondo verso caos e guerra .Alcuni analisti definiscono Putin un
patriota, altri un liberale. Rimane la domanda: “Chi è Putin?”. Dugin da
via Padova cerca di dare una risposta: “Vedo una grande Europa da
Lisbona a Vladivostok”, con un asse Mosca- Pechino5. E una forte
Unione Eurasiatica” Inventore della “Quarta Teoria Politica“ (dopo liberalismo, fascismo ,
e comunismo ecco la Tradizione), Dugin paragona Putin all’imperatore
Augusto. Leader della resistenza alla post modernità e alla turbo-
globalizzazione “Putin somiglia a un funambolo su una corda tesa attraverso un
precipizio. Ora è di fronte a un doloroso dilemma: quale direzione
prendere? Verso il passato o verso il futuro?“ ci dice Dugin in questa
intervista.” Per gli USA, una buona Russia è una Russia fragile: una
Russia ripiegata su se stessa, debole, divisa, quasi morta, un “buco
nero”, come la definì Zbigniew Brzezinsky . Il 71% dei Russi pensa che
la Russia appartenga ad una civiltà a sé stante, “eura- siatica” e
ortodossa, e che qualunque sviluppo in una direzione filo-occi- dentale
non vada bene per il Paese. Stimolato da Adriano Scianca, il dibattito ha visto duettare Dugin
con il filosofo post marxista Diego Fusaro.«I signori della
mondializzazione con il loro clero intellettuale giornalistico di
accompagnamento stanno disgregando tutti i fondamenti della vita etica».
Parla futurista; di turbocapitalismo apolide, di «globalizzazione
linguistica», «contronarrazione demofila». Una neolingua che affascina il foltissimo pubblico di nuovi editori
(Maurizio Murelli , Andrea Scarabelli, Marco Battara) edi politologi
presenti in sala. Aldo Bracco (Rivista geopolitica Eurasia) ,Pietro
Fraccavento (movimento internazionale euroasiatico), Giuseppe
Ghilardini (Europa dei popoli) Roberto Jonghi Lavarini (Fare fronte),
Avv, Maurizio Mengassini (Fondazione imperiale Romanov) Lali Panchlidze
(ass. Italia Georgia Eursasia), Gianluca Savoini (sss, Lombardia
Russia).
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