Partecipata e animata riunione patriottica di Fare Fronte, ieri sera a Milano. Il presidente Roberto Jonghi Lavarini ha annunciato nuove stabili collaborazioni culturali (con il giornale e la fondazione Idee per l’Europa dei Popoli dell’eurodeputato Mario Borghezio, e con giornale geopolitico ed il movimento internazionale Eurasia di Alexander Dugin) e sociali con il sindacato nazionale UGL (Unione Generale del Lavoro). Previste, da settembre, tre diverse campagne di informazione e sensibilizzazione a sostegno della nostra sovranità nazionale (politica, militare ed economica): per l’uscita dell’Italia dalla vecchia NATO (a favore di un vero esercito europeo e di una alleanza eurasiatica con la Russia), per la sovranità monetaria dei popoli e degli stati, e a tutela della eccellenza italiana nel mondo (produzione di qualità, turismo, arte e dimore storiche). Da ottobre, Fare Fronte, organizzerà, insieme ad altre realtà culturali e militanti, anche un corso di formazione politica (storia, filosofia, economia e comunicazione) e due gite culturali, nel segno della Tradizione, al Vittoriale degli Italiani e nella mussoliniana Predappio. Diversi gli interessanti approfondimenti e gli interventi appassionati di dirigenti e militanti: Prof. Gianfranco Benedetto, Avv. Renato Maturo, Andrea Canafoglia Venturini, Giovanni Bucci (vice sindaco di Garbagnate Milanese), Luigi Voccio, Marco Meneghini e Mirko Cuneo. Graditi anche i saluti ed i commenti politici degli ospiti: da Fabio Flenda (presidente di Libertà Nazionale) a Martina Frezzotti e Pietro Fraccavento (rappresentanti del Movimento Eurasia), dall’On. Romolus Popescu (della Comunità Romena) ad antonio Saggese, fino alla passionaria giornalista sportiva e scrittrice Gianna Garbelli. Presenti alla riunione anche il primo capitano Francesco Lauri, la diciassettenne “baronessina nera” Beatrice Fiammetta, Paolo Riva, Mario Rizzo ed i fedelissimi Giuseppe Ghirardini e Luigi Gregoratti.
In sintesi,
Fare Fronte, nonostante qualche delusione elettorale e “perdite fisiologiche” (di
scarsa entità numerica e qualità politica, e, peraltro, subito rimpiazzate con
forze migliori), continua a crescere ed a radicarsi perché si tratta di una
comunità umana, molto trasversale ed eterogenea, di militanti e di amici, di “credenti
e combattenti” (come diceva Giorgio Almirante), di Camerati che, nel solco
della Tradizione del Movimento Sociale Italiano, hanno sempre fatto (fanno e continueranno a fare) buona
Politica, con sincera passione patriottica.
Punto
dolente e non risolto della serata è il difficile rapporto di Fare Fronte con
Fratelli d’Italia. La graditissima presenza dei due autorevoli deputati
milanesi, Carlo Fidanza e Paola Frassinetti, che hanno fatto, in maniera
egregia, il punto sulla situazione generale, dal governo all’Europa, non ha
però minimamente risolto le questioni fondamentali del partito a Milano che
sono politiche ed organizzative. A Milano e provincia, FDI continua a non avere
una sede fisica, dei segretari e dei direttivi eletti da un congresso, quindi rappresentativi
della base e del territorio, ed il partito è diviso in tre correnti (gruppi di
eletti che non comunicano fra loro) e gestito, in maniera privatistica, per
cooptazione. A Milano città, la situazione è tragicomica, di immobilismo
cronico, ed anche i sei consiglieri di zona (su 9 municipi), senza più nemmeno
un consigliere comunale di riferimento, nonostante la loro buona volontà, sono
praticamente allo sbando, senza alcun coordinamento. Fare Fronte ha
ufficialmente chiesto, da un mese, a Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Daniela
Santanchè la convocazione dei congressi cittadino e provinciale di Milano ed
una nuova e diversa gestione del partito, secondo rigorosi criteri di
partecipazione, trasparenza, rinnovamento e meritocrazia. Fare Fronte ha anche
proposto la candidatura di servizio del proprio presidente, Jonghi (dirigente
politico di 46 anni di età, forte di 32 anni di militanza, esperienza e note
capacità organizzative) come segretario cittadino e vice coordinatore
regionale. Ad oggi abbiamo ricevuto solo vane promesse generiche, nessuna
risposta scritta ufficiale o proposta politica concreta. Noi vogliamo fare
Politica, in maniera seria, costante e leale, ma per farla ci servono ruoli,
spazi, strumenti e mezzi; senza i quali è impossibile. “Noi siamo uomini
liberi, soldati politici, guerrieri pronti alla buona battaglia. Non saremo mai
cortigiani, tantomeno servi” in questa frase di Roberto Jonghi la linea e l’essenza
di Fare Fronte. Il direttivo, quindi, mostrando grande senso di responsabilità,
ha deciso di pazientare ancora qualche tempo, posticipando ogni decisione in
merito a settembre, dopo le vacanze estive.
Entro
la fine del prossimo settembre, decideremo, in base alle risposte dei
vertici di Fratelli d'Italia, cosa fare: se rimanere (come certamente
preferiremmo) con Giorgia Meloni, se tornare ad essere soggetto politico
autonomo e trasversale (sul modello di Lealtà Azione) o se provare a collaborare con la nuova Lega nazionale di Matteo Salvini. Lo diciamo, ora, in maniera pubblica e inequivaocabile, noi non abbiamo nulla da nascondere,
così che tutti sappiano bene come stanno veramente le cose. Le
decisioni di Fare Fronte saranno il frutto delle risposte di Fratelli
d'Italia.
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