Roberto Jonghi Lavarini con l'On. Marco Osnato |
L'Onorevole Marco Osnato, neo deputato di Como, mi ha sollecitato a diffondere anche notizie positive, come quella, di stamattina, ovvero l'adesione a Fratelli d'Italia di oltre duecento amministratori locali (consiglieri comunali, ma anche assessori e sindaci). Accetto la provocazione del vecchio amico del Fronte della Gioventù. Lo faccio volentieri e ne sono certamente contento, anzi, sottolineo che almeno quattro sono di Fare Fronte (fra questi il vice sindaco e assessore a giovani e servizi sociali del Comune di Garbagnte Milanese, Giovanni Bucci, nostro dirigente). Ma il diffuso malumore della base militante e periferica del partito rimane, quanto gli evidenti problemi politici, sopratutto le gravi carenze organizzative e l'assenza di una qualsivoglia forma di democrazia interna. Parliamoci molto chiaramente: se tali problemi non saranno risolti, i duecento patrioti che oggi accogliamo, passato qualche mese, come sono venuti se ne andranno, come, purtroppo hanno già fatto altri, con le loro buone ragioni. Noi di "Fare Fronte" non siamo semplicemente, come vogliono far credere, dei lamentosi non eletti insoddisfatti, e nemmeno degli ottusi polemici cronici, ma dei militanti politici di lungo corso, in gran parte provenienti dal Movimento Sociale Italiano. Noi, ripetiamo da tempo, vogliamo fare Politica in Fratelli d'Italia ma è neccessario un vero e forte rinnovamento, secondo rigorosi concetti di partecipazione, trasparenza e meritocrazia. Se Giorgia Meloni vuole far cresce il partito, deve aprirlo veramente, organizzarlo, strutturarlo, consolidarlo e radicarlo sul territorio e nella società. Fratelli d'Italia non può rimanere un partitino gestito solo dai soci fondatori e dagli eletti, peraltro divisi in piccole correnti. E coloro che, come me, senza falsa e ipocrita modestia, hanno oltre trent'anni di esperienza, buone capacità e interazioni sociali, vanno valorizzati con adeguati incarichi ufficiali, anche gratuiti. Per fare Politica sono necessari spazi, ruoli, strumenti e mezzi, ma sopratutto gente in gamba e volenterosa. Noi di Fare Fronte ci siamo ma vogliamo quello che ci serve e che ci spetta, altrimenti, continueremo le nostre battaglie altrove.
"Noi siamo soldati politici e cavalieri dell'idea, non cortigiani, tantomeno servi"
Roberto Jonghi Lavarini
presidente di Fare Fronte
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